Come approcciarsi ai cambiamenti?

di Federico Dibernardo

È naturale predisposizione dell’essere umano temere con ogni fibra del suo essere il cambiamento, e tutto quello che comporta. È altresì naturale condizione di vita che il cambiamento piombi nella nostra realtà arbitrariamente e quasi certamente proprio quando iniziamo ad adagiarci e sentirci comodi nell’equilibrio trovato. C’è da chiedersi: se non possiamo fare a meno di cambiare, di rivoluzionare, volontariamente o non, le circostanze della nostra vita, perché questo processo è così temuto e spaventoso per noi esseri umani? Stupisce e fa sorridere la costante, quasi compulsiva, ricerca umana di stabilità, a fronte di lezioni di vita importanti che ci insegnano che di stabile e certo c’è davvero ben poco nel mondo. Quello che sappiamo è che l'adolescenza è vissuta e conosciuta come un periodo di grandi cambiamenti e destabilizzazioni, per i ragazzi ma anche per l’intero nucleo famigliare. Quello che non siamo abituati a comprendere è che l’adolescenza è solo l’inizio del cambiamento, della rottura delle abitudini: l’inizio di cambiamenti che dureranno per il resto della nostra vita. L’equilibrio per sua natura è fatto per essere rotto, le abitudini per essere infrante e le aspettative per essere disattese. Winston Churchill diceva “non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”.In questa frase è racchiuso il perché, nonostante si lotti duramente per mantenere le cose belle della nostra vita stabili e certe questa ci imponga il cambiamento: unica strada possibile per migliorarci, imparare e crescere. La rottura di un equilibrio porta con sé paura e grande resistenza, solo dopo grandi lotte con noi stessi ed il mondo accettiamo i cambiamenti, ed è proprio in questa lotta che cresciamo e ci miglioriamo.Spesso ci ricordiamo il poco controllo che abbiamo sulla nostra realtà e questo periodo difficile di COVID-19 che stiamo attraversando ci è stato di esempio.Ci illudiamo di controllare e manipolare a nostro piacimento la vita, poi questa ci sorprende, cambia le carte in tavola e dobbiamo nuovamente adattarci: la chiave non sta nel manipolare gli eventi e le situazioni ma nell’accettare di non avere controllo, che le cose cambiano, consapevoli di avere tutti gli strumenti per riprenderci ed uscire dalle situazioni, possibilmente migliorati e con qualcosa in più nel nostro bagaglio di vita.

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